Domenico Cannistraro di GeotermiaSì: “Il fatto di averci provato ci può forse consolare ma non risolve certo i problemi che abbiamo tuttora di fronte.”

Certo se ripensiamo a tutti i mesi in cui abbiamo (prima) agito con le nostre iniziative e sperato (dopo) che esse potessero aver successo o quantomeno ascolto, se andiamo con la memoria alla sfilata di personaggi del mondo politico ed istituzionale  che in questi due anni hanno attraversato la nostra vicenda promettendo e calendarizzando di tutto e di più, se consideriamo l’attuale pantano politico in cui sembra annegato ogni buon senso ed in cui, per quanto riguarda la geotermia, ritornano a galla addirittura i nogeo con posizioni che speravamo che ormai non avessero più spazio; ma se soprattutto consideriamo (e affermo questo in senso anche autocritico) l’ormai quotidiano “tran tran” che sembra prevalere anche nell’azione di questo gruppo, viene davvero da pensare che il fatalismo e la rassegnazione tipiche della realtà letteraria del Verga o di Tomasi di Lampedusa, dalla Sicilia si siano alla fine trasferiti anche in Toscana, anche tra noi ed abbiano finito per prevalere, arrivando a sostituire un’altra realtà, la nostra, fatta storicamente di lotte e di impegno civile e politico.
Il fatto di averci provato ci può forse consolare ma non risolve certo i problemi che abbiamo tuttora di fronte.
Mi sembra ormai chiaro come la l’esperienza ci abbia insegnato che se il nostro futuro non ce lo costruiamo noi stessi ce lo costruiscono comunque gli altri e non è detto che debba essere necessariamente migliore di quello che abbiamo.

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