Paolo Moschi, cosa resterà di questo 2022?

Cosa resterà di questo 2022, anno di Volterra prima capitale della cultura Toscana? Non entrando in merito agli eventi e agli indirizzi politici, che ci vedrebbero distanti, è apprezzabile l’attenzione mediatica, seppur di livello provinciale, suscitata. Il problema è che, finito questo anno, sia ormai definitivamente esaurita la spinta propositiva della giunta Santi, la quale pare non aver più assi nella manica e, peggio, proposte per Volterra.

Dal mio punto di vista, il titolo di capitale toscana sarebbe dovuto esser sfruttato non tanto per chiedere il solito teatro stabile in carcere, appannaggio di pochi, bensì per puntare l’attenzione sul dramma di una città ricca e densa di monumenti, che però deve lottare quotidianamente contro lo spopolamento e quindi contro il taglio di servizi. Questo passaggio è il grande assente delle politiche del Sindaco, che ha deciso di presidiare posizioni di difesa ad oltranza dello status quo, attento a non urtare sensibilità che siano espressione del partito di riferimento. Nella sua ultima intervista ad un quotidiano, il sindaco dà la colpa dello spopolamento a “fattori più grandi e nazionali”, senza accennare a soluzioni né a proposte per invertire la rotta. Oggettivamente, di un sindaco così la città non sa che farsene. A noi serve più coraggio e forza, per osare e chiedere di più. Ma anche idee chiare per indirizzare la “nave Volterra” verso lidi che le offrano sopravvivenza. Terminata l’eredità progettuale della Lista Civica (vedi la ristrutturazione del Museo Guarnacci, lo stadio a Saline, le manutenzioni sulle statali di Anas, etc, etc.) sembra che questa giunta non sia capace di andare oltre le scalette del Gioconovo, e di un ascensore che non piace a nessuno, e questo è un limite grave.

Molto grave, perchè non c’è attenzione alcuna né a creare le condizioni per il lavoro, né a migliorare la qualità della vita dei volterrani. 

Se noi chiedessimo al Sindaco Santi quanti posti di lavoro sono nati in questi anni, la risposta è abbastanza facile da indovinare.
Di fronte al dramma di una città che è scesa sotto i 10 mila, arrivando a 9600, si fanno spallucce, senza azzardare rimedio alcuno, o proposito, per invertire la situazione. Eppure ci sono Comuni più piccoli che lottano contro lo spopolamento, e c’è pure chi (come Radicondoli) in tre anni ci è riuscito.

Evidentemente c’è differenza tra il gestire il potere, e l’amministrare la propria gente. La Lista Civica Uniti per Volterra è nata per essere al servizio dei cittadini, pur con i nostri limiti e i nostri errori. E siamo pronti adesso a rimetterci in gioco, perchè Volterra merita qualcosa di più.


Paolo Moschi

Lista Civica Uniti per Volterra




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