Le leve strategiche che guidano la comunicazione hanno sempre una giusta causa, ma quando questa è propaganda atta a persuadere i lettori su un falso risultato positivo per consolidare l’autorevolezza dell’operato amministrativo, perde di significato. Una strategia poco intelligente che forse ingannerà gli acquiescenti, ma non chi vuole vederci chiaro fino in fondo. I numeri sugli ingressi dei poli museali sono verificabili online eppure la giornalata di fine anno invita a guardare il dito davanti alla luna, quando effettivamente si dovrebbe indicare la luna.
Rapporto Musei della Toscana |
||||||
2016 |
2017 |
2018 |
2019 |
2020 |
2021 |
2022 |
222.345 |
222.345 |
207.735 |
224.299 |
158.179 |
158.179 |
226.500 |
Il numero degli ingressi lascia il tempo che trova. Se si incentivano delle convenzioni viene adottata una strategia che si affida più sulla quantità che sulla qualità dei nostri visitatori. Se si abbassano i costi è normale che gli ingressi siano più alti, ma non è altrettanto ovvio che gli introiti siano altrettanto alti. Per avere un ragguardevole incasso, bisognerebbe che venissero strappati più biglietti rispetto alla media, ma se a maggiorazione di flussi si hanno gli stessi proventi o meno degli anni passati implica che il polo museale ha lavorato di più per guadagnare di meno. Come già dimostrato dagli incassi di bilancio, i maggiori proventi si sono avuti nel 2019 con una presenza di 224299 visitatori. Nel 2022 invece abbiamo avuto € 781.533,37 con 226.500 visitatori. Il numero dei visitatori effettivamente è aumentato, ed è un risultato imputabile ad un buon apprezzamento verso le promozioni. Per mezzo di Volterra Card, ad esempio, è possibile vedere tutti i poli museali del Comune a prezzo davvero scontato; un risparmio che alletta il turista, ma anche un onere se mal gestito dalla sua controparte, ovvero dall’industria museale che, come per ogni azienda, deve far tornare i costi e i ricavi. Tra i pericoli a cui si può andare incontro c’è la svalutazione del prodotto: il museo. Nel nostro caso non è un dato preoccupante, ma dal 2019 il valore del biglietto individuale da € 3,59 si è abbassato a € 3,45. Un indebolimento che l’amministrazione deve monitorare costantemente proprio per evitare di faticare di più per ottenere i medesimi proventi. Ecco perchè invitiamo a smorzare gli entusiami: il rapporto tra ingressi e guadagni rispetto alla pre pandemia è negativo di 4 punti percentuale. Sorge dunque una domanda: se il risultato è dissimile ai risultati pre pandemia quel’è stato l’effetto mediatico di Volterra22? Per un momento ci eravamo convinti che Volterra22 avesse per lo meno assolto il compito di recuperare un equilibrio che avevamo perso nei due anni precedenti, ma ci siamo ricreduti anche in questo. Analizzando il rapporto museale della Toscana, i musei comunali volterrani hanno scalato solo una posizione nella classifica dei musei della provincia di Pisa; in sostanza poco è cambiato perché anche chi non ha usufruito dell’immagine di Volterra Prima Città Toscana della Cultura ha raggiunto comunque i medesimi risultati, mantenendo le proprie posizioni. Insomma, questa ribalta tanto decantata alla fine non c’è. Ciò non vuol dire che non dobbiamo essere contenti dei risultati raggiunti, siamo entusiasti del numero dei proventi e del numero degli ingressi, però da qui a dire che l’amministrazione sia stata eccellente come se avesse pelato un uovo d’oro ce n’è di strada da fare e anzi, forse, dinanzi alla concreta possibilità di sfruttare il finanziamento di mezzo milione di Giani, con l’occasione di puntare veramente in alto e alimentare numeri da capogiro, è stata alla fin fine un’occasione sprecata. Davvero un peccato.
Per Volterra