Orologio Data e Ora

CURIOSITA’

LE CINQUE TERRE

Pietre nude che assorbono la pioggia; uliveti sospesi sul mare.
Sulle scogliere delle Cinque Terre, in Liguria, si erge un miracolo di pietra e sudore: i muretti a secco, veri capolavori di ingegno e fatica, trasformano pendii impossibili in giardini terrazzati chiamati “ciàn”.
Realizzati con arenaria locale, senza alcuna malta, ogni pietra è stata scelta, posata e incastrata a mano dall’epoca del Mille. I muri più antichi, ancora in piedi oggi, hanno oltre cinque secoli di vita, resistendo a tempeste e terremoti grazie alla sola forza dell’equilibrio.
Questi terrazzamenti si estendono fino a 450-500 metri sul livello del mare. Un tempo coprivano circa 2000 ettari di costa verticale; oggi ne restano appena 500, testimoni di un passato di fatica e cura.
Le famiglie contadine, portando terra e pietre a spalle o con i muli, costruivano questi muri come un’impresa collettiva, un progetto di comunità che, vivendo in isolamento, sviluppò dialetti e tradizioni diverse anche a poche centinaia di metri di distanza.
Per secoli, la storia ufficiale ha ignorato questi tesori di ingegneria popolare. Solo nel 2018 l’UNESCO li ha riconosciuti come Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità. Ma per chi li ha costruiti, erano semplicemente l’unica strada possibile per sopravvivere su quelle rocce, un atto di resistenza quotidiana.
Oggi, la tecnologia moderna si arrende di fronte a questi pendii: la meccanizzazione è impossibile, e la manutenzione resta un lavoro manuale, fedele a mille anni di tradizione.
Questi muri creano microclimi unici, che favoriscono la sopravvivenza di specie vegetali impossibili altrove. Assorbono e distribuiscono la pioggia, prevengono frane, e trasformano l’acqua, antica nemica, in alleata della vita.
Un equilibrio millenario che resiste, silenzioso e tenace, alla frenesia del mondo moderno.