La testa sotto la sabbia

Giorni fa abbiamo lanciato un accorato appello sulla questione Solvay, affinché le giuste rivendicazioni sulla tutela del nostro paesaggio non cadessero a vuoto. Non ci aspettavamo certo una medaglia. Ma neanche la laconica e inquietante risposta che è pervenuta dal Comune di Volterra sul tema. La questione è stata derubricata a semplice “fatto tecnico”. Nella speranza che almeno la Soprintendenza prenda in mano la questione, ci siamo accorti che in realtà su questo tema scottante si cerca proprio di infilare la testa sotto la sabbia. La riprova è che risulta approvata infatti appena un anno fa in Consiglio Comunale, una delibera (con la sola astensione di un gruppo consiliare) che istituiva una giornata di sensibilizzazione sul rapporto fra sviluppo e sostenibilità ambientale, da celebrare ogni anno il 13 ottobre. Il 13 ottobre 1995 infatti la Commissione Finanze della Camera, presieduta dall’On. Giovanni Brunale, approvava un contratto, più comunemente conosciuto come il famigerato “accordo Monopoli – Solvay”, per lo sfruttamento esclusivo delle miniere di salgemma a Saline di Volterra. Gli effetti di questo accordo, a distanza di anni, sono purtroppo visibili a tutti e, nonostante qualche battaglia sia stata vinta, l’appetito della multinazionale non si ferma. Questo appuntamento annuale del 13 Ottobre, appena ignorato dal Comune, sarebbe in realtà un momento, forse l’unico possibile, per poter discutere di questo tema, aprire il dibattito alla cittadinanza, prendere una posizione sulle questioni aperte. La questione Solvay non è patrimonio di SOS, ma deve essere questione di cui parla e discute l’intera comunità volterrana. Pensiamo a personaggi come Bruno Niccolini, che chiede invano da decenni la revisione di questo accordo nel disinteresse generale, o al comitato difesa Val di Cecina, coi suoi numerosi ricorsi al Tar della Toscana. Il raddoppio della fascia di rispetto dell’estrazione di salgemma da 200 a 400 metri rispetto all’abitato di Saline di Volterra, come i 4.650.000 euro versati per le infrastrutture idriche, sono di sicuro battaglie vinte, ma non basta. La questione è strutturale e ci parla di come vogliamo lasciare Volterra nei prossimi anni, ma oggi c’è qualcosa di più. Il re è nudo. E per vedere realmente le cose come stanno, basta affacciarsi sulla spalletta dei Ponti…

SOS Volterra

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