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Orologio Data e Ora

LO SAPEVI CHE…? Gianna Fabbrizi

Lo Sapevi Che…?  4° episodio


Ne avevo sentito parlare della sua intelligenza tra gli animali marini, non mi riferisco al delfino, ma al polpo. Ogni volta che penso a lui, me lo vedo cucinato in casseruola con contorno di patate e prezzemolo. Sinceramente, e parlo per me, mi fa un po’ paura perché ha tutte quelle ventose che si possono appiccicare da per tutto. Invece, guardandolo da una rispettosa distanza di sicurezza, posso apprezzare la meraviglia dei suoi colori e l’eleganza con cui si muove e nuota nel suo ambiente naturale, cioè il mare. In realtà ho avuto, l’Estate scorsa, un incontro ravvicinato con il nostro amico invertebrato. Voglio precisare che non sono un “lupo di mare”. Vengo dalla collina, Volterra, mia città natale dove ho vissuto più di quaranta anni. Quindi è chiaro che la mia familiarità con il mare è limitata a: fare il bagno, prendere il sole, raccogliere le conchiglie e chiacchierare con i vicini di ombrellone.

Come dicevo, l’anno scorso la routine della vita di spiaggia è stata interrotta da questo fatto. Una signora abitué che frequenta il nostro piccolo lido, e che di solito ama abbronzarsi stando seduta su uno scoglio, uso sirena un po’ attempata, ma con i piedi nell’acqua, emette un urlo che ci fa sobbalzare tutti e alzare dalle nostre sdraio. “Ah, un polpo!”. Figuratevi se rimanevo lì ferma e buona. Mi sono avvicinata incuriosita chiedendo:”Dov’è, dov’è!” Niente, lo aveva perso di vista. Mi metto a parlare con l’avvistatrice di polpi ad altre signore che, come me, si erano avvicinate allo scoglio. Ad un certo punto, sento qualcosa che mi sfiora un piede. Prima davanti. Poi anche dietro. Guardo giù e c’era il nostro amico polpo che si era innamorato del mio piede. O forse no, solo della ciabatta che calzavo. Credo più della ciabatta. Perché il piede sono riuscita riprendermelo, la ciabatta no! E lui se ne stava andando con la mia ciabatta. Già mi vedevo tornare a casa scalza, sull’asfalto rovente di Luglio, a mezzo giorno. Mi faccio coraggio, sprezzante del pericolo. Ma quale pericolo? Afferro la ciabatta e la tiro con tutta la forza che ho. Lui non ne vuole sapere di mollarla. C’è un po’ di tira e molla, ma lui non cede. I piedi scivolano sul bagn’asciuga, perdo l’equilibrio e mi ritrovo con il (concedetemelo) culo per terra, a gambe all’aria, e che rido come una pazza. A quel punto perdo ogni speranza di recuperare la mia ciabatta, ma una delle “sirene attempate” della spiaggia, (perché ce ne sono più di una che amano l’abbronzatura da scoglio) mi riporta la ciabatta dicendomi:”L’ho colpito con un legno e l’ha mollata. Ma non gli ho fatto male!”

Ecco qua la mia avventura marina con il polpo. Poi mi sono imbattuta in un articolo che mi ha fatto riflettere e guardare questo animale da una diversa prospettiva. Perché qui si parla della sua intelligenza. Ed ecco che entrano in campo gli scienziati che hanno fatto e stanno facendo studi sulle sue capacità di apprendimento. Il polpo ha una memoria anche a lungo termine ed è sorprendente, apre barattoli con chiusure a prova di bimbo, sente il dolore ed è in grado di sognare. Per non parlare della sua capacità di mimetizzarsi. Il polpo sa anche usare degli strumenti: raccoglie oggetti dal fondale marino per costruire ripari, difendersi dai predatori, ma anche semplicemente per giocare. Una recente ricerca ha dimostrato che le femmine di polpo lanciano vari materiali contro i maschi come risposta a insistenti richieste di accoppiamento. Grandi!

Adesso come faccio a farmi quel bell’antipastino di mare a base di polpo?