Estate: tutti pazzi per il pettegolezzo!

A chi non è capitato, almeno una volta, di rimanere vittima di un pettegolezzo?
Sarà successo a scuola, sul posto di lavoro, in politica, in palestra.
Perché quella della critica è una vera e propria abitudine che piace a tutti e non risparmia nessuno.
E’ un’arte che si è affinata con il tempo.
Pettegoli, ora, non ci si improvvisa più. Vi ricordate lo stereotipo delle donnine di paese pronte a ricamare sulle vite altrui?
Beh, dimenticatele.
Oggi in campo sono schierate menti eccelse, esperti in vari settori che vanno dall’ informatica alla psicanalisi, dall’ingegneria all’antropologia. Roba da far sembrare un principiante qualsiasi spia del Mossad, per intenderci. Gente che sul comodino ha Dostoevskij e, come titolo di studio, una laurea seguita dal master alla Bocconi. Insomma, professionisti di un certo livello,con una buona prevalenza di donne da sempre in prima linea quando si deve fare squadra in questo settore.
La rete di informatori è fittissima, il lavoro di raccolta dati, massacrante. Tra gli interlocutori si crea un legame forte, nascono sodalizi importanti perché i simili si cercano e si riconoscono . A fare da collante al gruppo, sentimenti come il rancore, l’invidia , la totale mancanza di autocritica e la difficoltà a parlare di sé. L’organizzazione è molto spesso gerarchica, con i veterani che dettano la linea.
La base operativa? Un locale alla moda del centro storico ma in estate il quartier generale diventa l’ombrellone. È lì che si studiano le migliori strategie d’attacco.
La divisa di ordinanza prevede, come minimo, tutto il meglio delle griffe del momento e gli immancabili must di stagione. Perché è dall’abito che inizia la selezione di chi può entrare a far parte della ristretta cerchia.
L’orario di ritrovo? Solitamente quello dell’apericena, anche se l’analisi dei casi più complessi, può richiedere straordinari fino a notte fonda.
Ma i “pettegoli addicted”, si sa, non temono la fatica. E per i fuori sede? Immancabile strumento di lavoro si rivela il telefonino, utilizzato anche per videoconferenze.
Eppure c’è un lato positivo di quello che, da sempre, è anche un importante strumento di potere che ha distrutto la reputazione di rivali e avversari politici ma anche della casalinga della porta accanto e della collega di scrivania.
Recenti studi confermano, infatti, che un po’ di sano “gossip” favorirebbe il rilassamento mentale, riducendo ansia e nervosismo.
Mentre ci concentriamo sulle vite altrui, a quanto pare, il nostro battito cardiaco decelera, le tensioni si sciolgono e il nostro senso di frustrazione diminuisce. Distogliere la mente dai propri pensieri e parlare di problemi che non ci riguardano, può dunque rivelarsi un valido antistress.
Meglio, però, ricorrere a questa pratica con moderazione, magari alternandola ad abitudini ugualmente valide e meno nocive per chi ci sta intorno!
Perché, diciamoci la verità, a volte bastano un tramonto e un paio di cuffie per isolarsi da tutto il resto e ritrovare se stessi. Con buona pace del pettegolezzo che, spesso, qualifica più chi lo fa di chi lo subisce.

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