I due principali punti deboli di Volterra sono la Viabilità e la Sanità. Questo è un dato che dobbiamo tenere ben presente di fronte a chi si candiderà per le prossime elezioni Regionali, e di fronte ai tanti candidati che saliranno sul poggio in cerca di voti. Candidati tipo la Nardini, che scopre la Valdicecina in questa campagna, dopo un’assenza quinquennale del suo Partito sui problemi di Volterra.
Negli scorsi giorni un ennesimo incidente sulla 439 Dir, strada che ci collega con il capoluogo di provincia ma che non ha ad oggi, Anno Domini 2020 le misure minime di carreggiata. Oltre il danno la beffa: l’incidente si è verificato al confine tra i Comuni di Volterra e di Lajatico, ma i feriti sono stati trasportati al Pronto Soccorso di Pontedera. In estate capitò un episodio simile ad un ragazzo che si ribaltò dentro Saline, portato a Cecina.
Pare che i protocolli della Asl Nord-Ovest insistano unicamente per portare via pazienti dal nostro Ospedale, quasi esistesse una volontà di togliere i numeri ad una struttura che era eccellente. Senza numeri poi non si può motivare alcun investimento, e questo la politica regionale lo sa bene.
In queste settimane leggiamo di molti investimenti, (spot elettorali?) presso gli ospedali di Poggibonsi, Siena, Cisanello. E da noi? A Volterra invece nulla, quando si è fortunati: altrimenti si tratta di tagli. Con l’intento spesso subdolo di togliere i numeri. A chi si candiderà in Regione voglio ricordare che i volterrani e i cittadini pretendono che il Pronto Soccorso di Volterra funzioni al meglio. E che ci vengano portati i pazienti della zona e limitrofi, anzichè andare ad allungare le code di Pontedera e Pisa. Se manca qualcosa, che la Asl provveda! Se non manca, che si cambino i protocolli! Anche questo episodio sarà portato a conoscenza ufficialmente del Consiglio Comunale di Volterra dal gruppo Uniti per Volterra. Ma la nostra battaglia è culturale: non possiamo rassegnarci a questo trattamento da parte della Regione Toscana, e l’occasione per ribadirlo ci sarà data a breve, dall’appuntamento elettorale.
Paolo Moschi