Il Comune ha messo a punto un regolamento. Il sindaco: “Questa emergenza ha pesanti conseguenze sul nostro tessuto socio economico: dobbiamo guardare avanti e pensare anche al ‘dopo’. Creeremo un sistema che valorizzi le piccole produzioni agricole e d’allevamento a scopi di sostentamento della comunità”
L’emergenza attualmente in corso sta provocando e provocherà una crisi economica senza precedenti. Alla luce di questo e delle difficoltà di tante famiglie l’Amministrazione Comunale di Cecina ha aperto una riflessione sull’opportunità di consentire a chi possiede o ha in affitto un terreno, di poterlo raggiungere per la coltivazione, oltre che per la cura degli animali, allo scopo di produrre ortaggi e frutta per il proprio sostentamento.
A questo scopo è stato messo a punto un regolamento che va a collocarsi in un progetto più ampio di sviluppo della piccola economia familiare di autoproduzione e produzione declinata in maniera solidaristica, destinata ad essere inserita nella rete di sostegno alimentare verso tutti i soggetti in stato di necessità. Questo si lega anche al progetto, previsto dal programma di mandato, della costituzione di una cooperativa di comunità nella quale convogliare attività e terreni nell’ottica delll’inserimento sociale e lavorativo di persone svantaggiate, in collaborazione con l’istituto agrario cecinese.
“Siamo in piena emergenza, e non solo sul fronte sanitario – sottolinea il sindaco Samuele Lippi -. Questa pandemia sta travolgendo tutto, modificando le nostre abitudini, cambiando radicalmente le prospettive. Anche quando il problema sanitario potrà dirsi rientrato, e non possiamo dire quando questo succederà, resteranno le conseguenze pesanti sul nostro tessuto socio economico. Dobbiamo guardare avanti e in questo senso pensare ad un modo di mettere in rete risorse e competenze. In questo momento di difficoltà economica vietare a chi ha un pezzo di terra di autoprodursi alimenti di prima necessità sarebbe un controsenso. Regolamentiamolo allora e, anzi, inseriamo queste coltivazioni in una rete che possa andare a sostenere anche le persone che ne hanno necessità. Ma questo è solo il primo passo di un progetto più ampio: dobbiamo pensare al dopo, a tornare a valorizzare la produzione di beni primari come sono la verdura, la frutta, gli animali da cortile come galline e conigli a scopi alimentari”.
La direzione, già tracciata, è questa. Il primo passo è quindi quello di regolamentare, nel rispetto delle normative vigenti, la possibilità all’interno del territorio comunale di un permesso che giustifichi le ragioni di “necessità” anche per l’attività di coltivazione non professionale (lo spostamento per attività professionale infatti è attualmente già consentito). Ovviamente andare “alla terra” è consentito solo ed esclusivamente ad una persona per svolgere attività legate alla coltivazione di orti e allevamento di animali. Per usufruire del permesso è necessario poter documentare la disponibilità di un appezzamento di terra (fondo agricolo) all’interno dei confini del territorio comunale, coltivabile o da destinare all’allevamento di animali da corte. Questa disponibilità dovrà essere dichiarata attreaverso la compilazione di un apposito modulo scaricabile sul sito internet del Comune di Cecina da inviare all’Unità di Crisi del Comune alla mail unitacrisi@comune.cecina.li.it. (telefono 0586.611222) o da consegnare al Comune Amico al terra piano di piazza della Libertà. Se la domanda sarà accolta, verrà rilasciato un permesso che consenta lo spostamento.
Si ricorda che rimane assolutamente escluso l’assembramento di persone o finalità diverse da quelle della coltivazione e allevamento di animali.
Nella domanda che verrà presentata dovrà essere allegato un programma delle attività con un calendario articolato in giorni ed orari e una proposta che preveda da parte chi la presenta uno dei seguenti impegni:
– la percentuale della propria produzione agricola e/o di allevamento da devolvere alla collettività con finalità solidaristica quale sostegno alimentare straordinario verso tutti i soggetti che risultano in stato di necessità, con le modalità individuate dall’Amministrazione, fatti salvi i casi di esclusiva necessità di autoconsumo familiare del richiedente opportunamente dimostrati;
– la percentuale di superficie attualmente non utilizzata da destinare a coltivazione o allevamento (con indicazione della tipologia di utilizzo) e/o da mettere a disposizione con le modalità individuate dall’Amministrazione;
– i mezzi e strumenti agricoli messi a disposizione per un utilizzo condiviso con altri soggetti.
Il percorso dovrà essere coerente e quanto più diretto e breve possibile rispetto alla destinazione. Dovrà inoltre essere dichiarato nell’autocertificazione, specificando luogo esatto, ora e finalità, per consentirne il controllo di veridicità.
La seconda fase riguarda la gestione del post emergenza e la necessità, allo scopo di contenere le conseguenze della crisi sul tessuto produttivo ed economico locale, di programmare iniziative che vadano a valorizzare ed incentivare la produzione locale agricola e di alberi da frutto, così come l’allevamento di animali da cortile e sviluppo del settore zootecnico. In questo senso l’Amministrazione mette anche in conto di poter incentivare economicamente le proposte acquistando strumenti, come sementi della banca delle sementi no OGM e piantine da orto, di poter mettere a disposizione terreni e strutture, di rivalutare lo stop all’attività dei macelli pubblici delocalizzandoli. Un progetto che si inserisce anche nelle finalità del Distretto Rurale della Valdicecina e che vedrà l’Amministrazione impegnata ad attivare tavoli con le organizzazioni dei coltivatori e con i comuni limitrofi allo scopo di sviluppare un marchio di qualità di prodotti biologici.