“Rimane sconcertante come in alcuni (pochi) casi si sia innalzata subito una barricata ideologica contro questa idea. Potrei star qui a indicare quali movimenti abbiano immediatamente voltato le spalle a questo progetto, ma i nomi sono ben conosciuti a tutti. Fra i più accaniti detrattori di questo progetto, anzi di questa amministrazione, è iniziata a circolare la voce che questi siano i classici ordini imposti dall’alto. I commenti che potrei qui elencare spaziano su i più ampi campi. Voglio evitare di elencarli. metodologicamente, intellettualmente e politicamente sono stato abituato a chiedere e informarmi prima di condannare un progetto. Non so se questo modo di fare sia giusto o sbagliato, ma posso quasi certamente affermare che molte volte mi ha permesso di togliermi il velo del preconcetto da davanti agli occhi e analizzare le cose in modo più aperto e consapevole.
La cosa che alcuni non hanno capito è un principio, un modus operandi: prima i contenuti e poi il contenitore. Cosa c’è di così aberrante e diabolico nel voler cercare una condivisione di servizi e contenuti? Cosa c’è di così strano nel voler cercare una collaborazione multi-direzionale? Nel cercare di proiettare la propria città al di-fuori di se stessa, per far sì che quei campanili a cui noi toscani siamo così affezionati possano crescere ancora più forti?
Si combattano queste idee non con la forza delle idee, ma con la debolezza della propaganda bassa e vuota. Nei mesi e negli anni scorsi abbiamo assistito a una chiusura nei confronti di tutti, ma esigendo tutto da tutti. Con questo non voglio dire che il solo modo di trattare una proposta o una richiesta sia una trattativa a sottrarre, anzi tutt’altro!
Abbiamo sempre sostenuto che la ricerca di accordi, relazioni e unità sarebbe stata una delle strade maestre verso le quali ci saremo mossi, consci che in un mondo in così grande cambiamento, nessuno può pensare di andare da solo: dalla grande super potenza, al piccolo agglomerato urbano.
Abbiamo la volontà di andare avanti! Discutiamo, mettiamoci intorno a un tavolo per tutto il tempo che serve.
Abbiamo già alcuni servizi in comune con la Val d’Era e con i nostri vicini dell’Alta Val di Cecina. Ora è il tempo di potenziare l’esistente e di creare nuove opportunità. Nessuno di noi può pensare che questo territorio così ampio possa sopravvivere nel lungo periodo se lasciamo che le barriere ideologiche e campanilistiche siano il volano della nostra azione politica. Questa non è la politica che abbiamo cercato di costruire in questo anno di legislatura. Ed è quella politica che continueremo a portare avanti fino a fine mandato. Ora dobbiamo tutti quanti cercare di fare un passo avanti: sbarazziamoci delle storiche ostilità, dei preconcetti tramandati di generazione in generazione e guardiamo ad una nuova visione. Quella dell’unità e della solidarietà fra territori. L’Italia, come tutti sappiamo, è stata storicamente un paese orgoglioso delle sue identità. Identità che hanno prodotto tanta bellezza come non se ne è mai vista, nonostante sia stata divisa per secoli. Oggi però quelle divisioni non territoriali, ma mentali devono cessare. Tendiamo la mano ai nostri vicini. Apriamo la nostra mente a idee che hanno trovato fortuna in altri luoghi. Andiamo avanti, sicuri che la sola via per affrontare le sfide del futuro è quella di correre insieme e non divisi.”
Lorenzo Lazzerini Capogruppo di #FareVolterra