Sulla questione letti di Terapia Intensiva interviene il primario di anestesia e rianimazione Paolo Malacarne

Una Terapia Intensiva (T.I.) è sempre garanzia di sicurezza delle cure ? Così inizia il suo lungo post su facebook, il primario di anestesia e rianimazione dott Paolo Malacarne candidato alle regionali per sinistra civica ecologista. Le dichiarazioni del primario essendo un tecnico e soprattutto un medico di quella specialistica apre quanto meno a riflessioni sul tema. Di seguito riportiamo le sue parole:

“La risposta alla richiesta di sicurezza delle cure erogate in Ospedale che viene dai territori, non si realizza mettendo T.I. nei Piccoli Ospedali, ma mettendoli in condizione di “stabilizzare” i malati gravi/critici, dotandoli di ciò che è necessario, e rendendo rapido e senza intoppi il trasferimento di quei malati negli Ospedali con T.I.
La richiesta di una T.I. all’Ospedale di Volterra, così come analoghe richieste provenienti da Castelnuovo Garfagnana, Portoferraio, ecc., nasce dalla legittima rivendicazione da parte della popolazione di una Sanità che garantisca sicurezza nelle cure erogate anche laddove per motivi territoriali più si avverte la lontananza da Ospedali maggiori che hanno una T.I.
Ma la T.I. è garanzia di sicurezza ? Si, ma a determinate condizioni:

  • Almeno 6-8 posti letto, da utilizzare in modo flessibile (intensivi e sub-intensivi)
  • Un volume di malati gravi trattati ogni anno (non meno di 250-300) tale da garantire la acquisizione ed il mantenimento di competenza/pratica/esperienza clinica e assistenziale da parte del personale sanitario
  • Un Ospedale dotato di tutte le specialità cliniche e diagnostiche necessarie per curare i malati gravi ricoverati in quella T.I.

Se una T.I. non ha queste caratteristiche, anziché essere garanzia di sicurezza è garanzia di non appropriatezza clinica (cure sbagliate al malato sbagliato), di mortalità eccessiva, di incapacità nel gestire le delicate questioni etiche che si presentano in T.I., oltre che spreco di risorse; chi ci lavora non potrà avere quelle competenze ed quella esperienza necessarie per curare un malato grave.

Ma se non con una T.I., come allora garantire la sicurezza delle cure in queste zone della nostra Regione ?
Gli Ospedali di queste zone che non hanno T.I devono essere messi in condizione di:

  • “stabilizzare” il malato critico (che arriva al Pronto Soccorso o che ha una grave complicazione imprevista durante un intervento chirurgico o che peggiora durante un ricovero) in 6-12 ore
  • rapidamente e senza intoppi frapposti dall’Ospedale di riferimento dotato di T.I. poter trasferire quel malato in una T.I. attrezzata e adeguata per trattarlo perché di esperienza e competenza, capacità che mai potranno essere acquisite in T.I. sottoutilizzate

Questo salva la vita al malato, e non la permanenza in una T.I. non adatta.

Questo si può fare e questo deve garantire la Sanità Pubblica, e non dare risposte (o letti farlocchi di Terapia Intensiva, come quelli della “Fiera di Milano” nel periodo Covid) che non risolvono i problemi, ma anzi li aggravano.”

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