Santa Chiara: al lavoro per far ripartire gli incontri tra ospiti e familiari in sicurezza

Si chiama “stanza degli abbracci” o degli incontri, ed è un luogo in cui anziani e familiari possono incontrarsi attraverso una “barriera” di un telo di plastica trasparente o di un pannello di plexiglas che evita il contatto diretto ma lascia passare i gesti, le carezze e fa vedere da vicino il volto di chi si ha davanti.

In questo momento così complesso da capire e difficile da reggere a livello emotivo ci rendiamo conto ancora più del solito dell’importanza delle relazioni affettive: per avere un confronto, un supporto, perché ci sentiamo tutti più vulnerabili. Eppure proprio i contatti umani sono ciò che dobbiamo evitare per arginare il diffondersi del virus.

Come amministratori della RSA Santa Chiara siamo consapevoli che il primo dei nostri obiettivi è quello di tenere fuori il virus dalla nostra struttura, obiettivo peraltro raggiunto appieno fino a questo momento. Giusto mercoledì scorso infatti è terminata una nuova somministrazione di test antigenici rapidi a tutti gli ospiti e al personale e sono stati per fortuna ancora tutti negativi, un risultato senz’altro importante vista la situazione in cui si trovano diverse RSA sul territorio regionale e nazionale.  Tra l’altro ora, su disposizione regionale e in collaborazione con l’Asl Toscana Nord ovest, la frequenza dei test è passata da quindicinale a settimanale e questo ci consente un controllo più puntuale e di isolare tempestivamente eventuali casi di positività.                            Senza mai abbassare la guardia, siamo anche consapevoli però di quanto i rapporti con i propri cari siano fondamentali per gli anziani presenti nella residenza e dunque stiamo lavorando per far ripartire gli incontri tra ospiti e familiari. Si chiama “stanza degli abbracci” o degli incontri, ed è un luogo in cui anziani e familiari possono incontrarsi attraverso una “barriera” di un telo di plastica trasparente o di un pannello di plexiglas che evita il contatto diretto ma lascia passare i gesti, le carezze e fa vedere da vicino il volto di chi si ha davanti. Il progetto della “stanza degli abbracci” è un modo per mantenere tutte le misure di sicurezza, tra l’altro già sperimentato in altre RSA, ma allo stesso tempo permettere che gli anziani vedano di persona i loro cari con tutti i benefici emotivi che possono scaturire da questi incontri. Stiamo lavorando per il progetto insieme alla Società della Salute e ci auguriamo di poterlo mettere in atto quanto prima, compatibilmente con le normative regionali. Per il raggiungimento di questo obiettivo, cioè far ripartire gli incontri in presenza tra familiari e anziani ospitati nelle RSA, la Regione Toscana ha stanziato 900 mila euro. Le risorse destinate a ciascuna struttura, poco meno di tremila euro, dovrebbero servire a dotarle o, come nel caso di S. Chiara, a sviluppare la dotazione delle attrezzature anche tecnologiche necessarie per consentire la vicinanza non solo fisica del familiare, evitando però il contatto. L’obiettivo di tutti noi è quello di fare la nostra parte per garantire presto agli ospiti del Santa Chiara di avere maggiori opportunità per incontrare i loro cari.

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