Sindaco se ci sei…batti un colpo

Riceviamo e pubblichiamo una lettera dal dott. Carlo Giustarini sulla vicenda dell’Ospedale

“apprezzo molto l’impegno e la dedizione di coloro che stanno portando avanti la battaglia per la difesa dell’Ospedale cittadino; è una lunga battaglia cominciata tanto tempo fa, alla quale ho partecipato molto attivamente anch’io, insieme ad altri colleghi, durante tutti gli anni dal 1980 al 2019 in cui ho lavorato al suo interno come Cardiologo, rivestendo anche ruoli di massima responsabilità (Direttore della Zona Distretto, Primario della Riabilitazione Cardiologica, Primario della Cardiologia UTIC, Direttore Sanitario di Auxilium Vitae: proprio per questo, e anche in base ad altre importanti esperienze manageriali sanitarie che ho vissuto negli ultimi anni (sono stato Direttore Sanitario dell’ASL 6 di Livorno e Direttore della Zona Distretto Livornese) trovo davvero singolare che nessuno richiami mai il quadro normativo di riferimento in vigore in base al quale l’ospedale rischia di essere chiuso, e solo all’interno del quale sarà possibile trovare (speriamo …) una soluzione che riesca a scongiurare questa nefasta eventualità. E’ proprio dal quadro normativo, invece, che bisogna partire.

Difatti:

1) in base al Decreto Ministeriale n.70/2015 “Regolamento recante definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera”, meglio noto come “decreto Balduzzi”, la realtà è che Volterra, insieme all’Alta Val di Cecina, non ha i numeri di popolazione residente (ne servono 80.000 come minimo) per essere individuata come “ospedale di base”, la tipologia minima di organizzazione ospedaliera prevista nell’ordinamento; cito testualmente:
2.2 I presidi ospedalieri di base, con bacino di utenza compreso tra 80.000 e 150.000 abitanti, salvo quanto previsto dal successivo punto 9.2.2, sono strutture dotate di sede di Pronto Soccorso con la presenza di un numero limitato di specialità ad ampia diffusione territoriale: Medicina interna, Chirurgia generale, Ortopedia, Anestesia e servizi di supporto in rete di guardia attiva e/o in regime di pronta disponibilità sulle 24 ore (h.24) di Radiologia, Laboratorio, Emoteca. Devono essere dotati, inoltre, di letti di “Osservazione Breve Intensiva”.
Siamo in buona compagnia, perché, a guardar bene, nessuno fra tutti gli ospedali dell’ASL Toscana nord ovest rientra pienamente nella definizione, salvo Livorno, cui spetta senza dubbio alcuno l’individuazione nella categoria immediatamente superiore di ospedale di I° livello: in realtà ai livornesi è stato “scippato” il II° livello, ma questo è un altro discorso. Il tema del rispetto della soglia di popolazione nella rideterminazione della rete ospedaliera è, e rimane comunque, una questione esplosiva, tant’è che la Regione Toscana si è guardata bene da scegliere ed è, a oggi, totalmente inadempiente rispetto al Decreto Balduzzi, che giace inapplicato da sei anni, nel silenzio generale.

2 ) nelle 250 pagine del vigente Piano Sanitario Regionale toscano 1998-2000, il problema della rete ospedaliera viene liquidato in poco più di mezza paginetta in cui si parla in modo generico di “piccoli ospedali” e di “ospedali di prossimità” (fattispecie peraltro non previste dal Decreto Balduzzi), senza mai entrare nel dettaglio di QUALI sono, DOVE sono e COME sono organizzati: è del tutto evidente che alla Regione è mancato il coraggio politico di mettere mano alla riorganizzazione della rete ospedaliera, e che sta prendendo tempo, mandando avanti i Direttori Generali delle varia ASL a chiudere qualcosa qua e là, cercando di non scontentare troppo nessuna realtà locale per non perdere consenso elettorale.
3) solo il Ministero della Salute ha la titolarità di autorizzare deroghe rispetto alle previsioni del Decreto, su richiesta motivata da parte delle Regioni

In base a tutto quanto sopra, quindi, finché il quadro normativo rimarrà quello attuale, l’unica strada da seguire per vedere riconosciuto il mantenimento dell’ospedale di Volterra come presidio di I° livello è che la Regione Toscana chieda una deroga ben motivata al Ministero della Salute, e che il Ministero la conceda.

Chi è che il soggetto che deve proporre alla Regione Toscana di chiedere la deroga al Ministero della Salute? E’ il Comune, nella persona del Sindaco, nell’ambito della programmazione per il territorio di riferimento elaborata dalla Conferenza dei Sindaci dell’ASL Toscana nord ovest. Che cosa ha fatto fin qui il Sindaco di Volterra? Fin qui risulta soltanto che abbia accettato senza protestare i recenti provvedimenti di riorganizzazione dell’Ospedale adottati dall’ASL: provvedimenti pesanti, tecnicamente poco congruenti, comicamente denominati “messa in sicurezza dell’Ospedale”, come se fino a ora non fosse mai stato sicuro e l’ASL se ne fosse accorta solo adesso: per mia esperienza, ritengo che non sia credibile l’ipotesi che l’ASL li abbia adottati senza la preventiva approvazione del Sindaco.

Che cosa dovrebbe fare, a questo punto, un Sindaco di Volterra degno di questo nome? dovrebbe impegnarsi pubblicamente e convintamente, con tutte le sue forze e con tutte le collaborazioni possibili (istituzionali, tecniche, politiche, sindacali), per presentare urgentemente in Conferenza dei Sindaci e alla Regione Toscana un progetto vero, alto, qualificato, credibile, lungimirante, che identifichi QUALE ospedale vogliamo a Volterra, per FARE CHE COSA e CON CHI (anche privati, perché no?), partendo dalla realtà attuale di un presidio che integra con le funzioni assistenziali di base una grande componente riabilitativa di riferimento regionale e non solo, la più grande della Toscana, che fu identificata con lungimiranza fin dal 1997 nel PAL approvato dalla Conferenza dei Sindaci di allora come il “secondo pilastro” della sua sostenibilità, che già allora appariva incerta proprio per i numeri di popolazione: sarà solo sulla base di un progetto così concepito e costruito che la Regione potrà richiedere con qualche possibilità di successo al Ministero della Salute la deroga per il mantenimento dell’ospedale di Volterra come ospedale di base, ospedale che, altrimenti, nel breve è destinato a chiudere davvero: i tagli continui ai servizi lo fanno presagire con drammatica evidenza.

Ecco, dato che la soluzione finale passa per la dialettica fra le istituzioni (Comune, Regione, Ministero) credo che il primo obiettivo della protesta popolare legittima e sacrosanta che abbiamo visto in queste ultime settimane debba essere proprio quello di stringere il Sindaco a fare per davvero la sua parte a difesa dei cittadini che rappresenta: il rischio è, altrimenti, che malgrado le migliori intenzioni e le buone ragioni, la legittima protesta rimanga inconcludente e fine a se stessa, e questo non deve accadere. Mi sembra che i nodi, a questo punto, siano abbondantemente venuti al pettine, per cui il Sindaco Santi dovrà necessariamente e rapidamente uscire allo scoperto e chiarire pubblicamente la sua posizione e dire cosa vuol fare: non ho nulla di personale contro di lui, ma se non se la sente di combattere e tace, oppure ha già preso altri accordi, allora è bene che si dimetta alla svelta.”

Dott. Carlo Giustarini

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