Paolo Moschi, lo Stato ascolti il grido di città come Volterra

Gentile Signor Ministro, la ringraziamo per la sua visita e il suo interessamento a Volterra, ma ci sono delle cose che, se nessuno gliele dice, qualcuno dovrà pur farlo.

Volterra è una città trimillenaria, un patrimonio nazionale e dell’umanità, anche senza appartenere all’Unesco. 

Nonostante che il nome della città etrusca sia famoso nel mondo, e nonostante le centinaia di migliaia di visitatori ogni anno, oggi conservare una città come Volterra rischia di non essere sostenibile.

Un Comune sulla soglia dei 10mila abitanti, che soffre sulla propria pelle i ritardi della politica su Viabilità e Sanità, per quanto ancora potrà reggere sulle proprie spalle il peso di un patrimonio così ingente, che necessita di una costante quanto spesso disattesa manutenzione?

Oggi chiunque amministri Volterra si pone di fronte a un bivio: sistemare il Teatro o l’Anfiteatro romano? Le mura etrusche o le mura medievali? Senza entrare in merito dei Poli museali e del rischio idraulico della zona.

La città possiede la più estesa cinta muraria etrusca d’Italia, la quale da anni attende restauri e messe in sicurezza. Anche le mura medievali, che ogni anno ammirano turisti di tutto il mondo, necessitano di interventi e di essere monitorati, perchè il rischio di futuri cedimenti e crolli non è così lontano. 

Per molti anni i volterrani hanno dovuto fare a meno dello Stato, per conservare un patrimonio immenso, quello che in altre città viene costantemente curato da ingenti investimenti.

Un finanziamento per l’Anfiteatro è quello di cui abbiamo bisogno, meglio se spalmato su cifre annuali. 

Ma il problema di fondo è un altro: quale futuro hanno città collinari dell’entroterra come Volterra?

Le politiche di accentramento di funzioni e risorse nei grandi centri e sulle coste, ha avuto come conseguenza lo spostamento della popolazione nelle grandi città.

La soglia di sopravvivenza per le nostre, pur elogiate, città d’arte è molto sottile.

Caro Ministro, a noi serve qualcosa di più di un finanziamento mirato!

Urge un cambio di consapevolezza, che è stato chiesto troppo ad alcune realtà.

Volterra può tornare ad essere un polo di attrazione, ma a determinate e palesi condizioni. 

Città come la nostra non possono aspettare il prossimo crollo, o la prossima scoperta sensazionale per essere degne di attenzione.

Volterra merita di essere presa in considerazione per quello che è: una delle madri d’Etruria e d’Italia, una città antichissima ma ancora attuale. Che come tale chiede solo il diritto a vivere e sopravvivere, in quest’epoca di omologazione e accentramento distratto di risorse.

Le recenti opportunità proposte dal PNRR dovrebbero colmare i gap esistenti tra territori e le disuguaglianze in termini di opportunità, ma pare evidente che la direzione presa è un’altra.

Questa grande opportunità economica rischia di rendere i territori ricchi ancora più ricchi, e quelli marginali sempre più marginali.

Serve un nuovo modello culturale per l’Italia diffusa, unito a un turismo da ripensare.

Solo così queste antiche terre potranno tornare a guardare con fiducia al futuro.

Un futuro che ha bisogno anche del suo passato, per essere prospero.


Paolo Moschi

capogruppo Lista Civica Uniti per Volterra 

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