CISL Pisa – C.R. Volterra ecco perché il piano di ristrutturazione non piace al sindacato

Quale futuro per la Cassa di risparmio di Volterra?  È dei giorni scorsi la scelta di First/Cisl, Fisac/Cgil, Fabi ed Uilca, le maggiori sigle sindacali sorte a tutela dei bancari, di proclamare lo sciopero per i prossimi 4 e 11 febbraio, dopo che il management aziendale ha illustrato ai sindacati il proprio piano di ristrutturazione. Se ne è parlato questa sera aa <Generazioni Cisl> con Marco Chirici segretario responsabile First Cisl della Cr di Volterra e, in collegamento skype, con Pierluigi Masi, segretario provinciale di Fiba Cisl.

<La Cassa di Risparmio di Volterra – ha osservato Marco Chirici ad inizio trasmissione – ha una tradizione pluricentenaria che affonda le proprie radici nella storia e nel tessuto sociale della Città, infatti già dal 1494 il Monte Pio “Mons Pietatis Volterranum” erogava crediti ai cittadini per sconfiggere l’usura, la nascita della Cassa in senso moderno è invece avvenuta nel 1893 con lo scopo di raccogliere i risparmi  del territorio ed indirizzarli verso l’economia locale>. Oggi Cr Volterra < ha messo radici in sei province. La maggior parte delle 60 filiali ed agenzie di cui si è dotata si trova nelle province di Pisa e di Livorno, ma sportelli della banca si trovano anche nelle province di Firenze, Lucca, Grosseto e Siena>. All’interno dell’istituto di credito lavorano 454 dipendenti: 3 dirigenti, 130 quadri direttivi e 321 impiegati. Le donne sono in maggioranza, rappresentano il 53,5% della forza lavoro, anche se la presenza femminile decresce con l’aumentare della mansione: nessuna tra loro è dirigente, mentre nei quadri direttivi le donne sono ancora in minoranza (rappresentano il 38%), segno che nella nostra azienda, come del resto in tutto il paese, occorre ancora lavorare molto per raggiungere una vera parità di genere>. L’età media dei dipendenti: di 49 anni. 

Chi comanda, oggi, alla Cassa di risparmio di Volterra? ha chiesto la giornalista Simona Giuntini a Marco Chirici: <Attualmente la Cassa è controllata dalla Fondazione Cassa di risparmi di Volterra che detiene il 75% del pacchetto azionario, VI è poi una partecipazione al 20% di Crèdit agricole ed un ulteriore 5% detenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato>.<Credit Agricole – in particolare – è subentrato alla partecipazione un tempo detenuta dalla Cassa di Risparmio di San miniato che è stata acquisita dalla banca Francese nel 2018>. 

La Cassa di risparmio ha continuato – anche in tempi più recenti ad essere– un’azienda legata al territorio? <Fino ad oggi lo è stata, rappresentando un punto di riferimento per risparmiatori ed imprenditori. Nostro auspicio è che questa naturale vocazione possa proseguire nel tempo. Gli impeghi a beneficio di famiglie ed imprese necessitano infatti di un adeguato supporto di Capitale che possa sostenerne la crescita ea beneficio dello sviluppo del Territorio.

Nei giorni scorsi il management aziendale della Cr di Volterra ha illustrato alle organizzazioni sindacali un piano di ristrutturazione. Cosa prevede? <Il riassetto organizzativo è orientato ad un riequilibrio del cost income, cioè del rapporto tra costi e ricavi operativi, prevede alcuni rilevanti interventi nella direzione generale e nella rete di vendita. In particolare è intenzione del management dare vita ad un ufficio back office di 50 dipendenti su cui confluiranno molteplici servizi svolti  in precedenza da altri uffici, la chiusura di vari sportelli e l’accorpameno di alcuni uffici di direzione generale>.

Un piano, però che non piace ai sindacati. <Temiamo che il nuovo ufficio di back office sia stato creato al solo fine di essere oggetto di uno spin off, un’ipotesi questa che – per stessa ammissione dell’azienda – è allo studio del cda e che potrebbe concretizzarsi presto. Guardiamo poi con estrema preoccupazione alle chiusure di sportelli – in parte già portate a compimento ed in parte annunciate – perché depauperano il territorio di un importante presidio. Fra l’altro non capiamo i criteri di selezione degli sportelli chiusi o da chiudere: quelli su cui è già caduta la scelta azienda non ci risultavano in perdita… anzi>. <Più in generale possiamo affermare che questo piano riorganizzativo risponda alla sola logica di contenimento dei costi, in primis quello del personale, senza  creare i presupposti per un incremento dei ricavi, in una logica che appare in tutta evidenza di breve periodo e dimostra di non avere una visione prospettica della nostra azienda>.

 

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