Ortopedia di Volterra: “il futuro di questo reparto è buono e stiamo migliorando” – Intervista al dott. Vallini

di Gianni Baruffa

Abbiamo cercato di fare il punto sul reparto di Ortopedia gudiato dal Dott. Carnesecchi, con una intervista fatta al Dott. Stefano Vallini chirurgo ortopedico. Con lui abbiamo toccato vari aspetti per dare più informazioni possibili al lettore

Dott. Vallini, il reparto di ortopedia in questi ultimi anni è stato un’eccellenza del nostro Ospedale cosa sta cambiando?

Questo reparto negli ultimi anni è andato un po’ controcorrente rispetto alla situazione regionale e nazionale perché abbiamo migliorato sia da un punto di vista quantitativo che qualitativo il numero degli interventi. Inoltre, abbiamo implementato gli interventi anche con novità tecnologiche attualissime come la chirurgia protesica navigata  e robotica.

Lei parla di quantità, quanti sono stati gli interventi nel 2021?

Posso dire che lo scorso anno, il 2021 in piena pandemia, abbiamo fatto quasi 700 interventi escludendo, ovviamente, gli interventi ambulatoriali. Consideri che i numeri che le sto fornendo sono riferiti solo agli interventi maggiori in elezione. 

Ricordiamo che questi numeri sono stati raggiunti quando erano presenti due chirurghi ortopedici in organico. In questo momento però c’è una novità rispetto a quel momento?

C’è una bella novità. Da un mese è arrivato un nuovo collega proveniente dall’ospedale di Massa che consentirà ad aumentare le attività chirurgiche sia dal punto di vista numerico, sia nella ricerca delle ultime novità tecnologiche.

Prima parlava di robotica, chirurgia navigata, quali sono le novità?

È bene subito chiarire che quando si parla di chirurgia robotica non parliamo di un robot che fa l’intervento, le mani sono e saranno per moltissimi anni quelle  il chirurgo. La chirurgia robot assistita o la chirurgia navigata, tra l’altro quella più presente in questo ospedale, ci permette un miglioramento nell’atto chirurgico, una maggiore precisione utilizzando le capacità del chirurgo. Facciamo chirurgia protesica soprattutto dell’ anca e del ginocchio  ma anche della spalla, naturalmente dobbiamo e vogliamo stare al passo con i tempi. Questo tipo di chirurgia e strumentazione si possono trovare tranquillamente in realtà molto più grandi e magari anche più prestigiose, come quelle universitarie.

L’ortopedia di Volterra, potrebbe essere un punto di riferimento per la asl e non esclusivamente della valdicecina e Valdera?

Certamente non abbiamo niente da invidiare secondo me rispetto ad altre realtà più grandi, questo ospedale può offrire le stesse possibilità che possono offrire altri centri più importanti come gli ospedali di secondo livello.

L’ortopedia di Volterra può diventare riferimento per gli interventi specialistici di anca e ginocchio?

Il nostro target principale, in questo momento, è la chirurgia protesica dell’ anca e del ginocchio, però, vorrei anche chiarire che facciamo ortopedia a tutto tondo. Disponiamo ancora del navigatore (o-arm) per la chirurgia vertebrale che a suo tempo fu donato dalla Fondazione Crv. Questo macchinario, anche se viene usato meno, perché, appunto il nostro target è cambiato, non è inutilizzato. Inoltre facciamo chirurgia mini invasiva, chirurgia artroscopica, insomma facciamo un po’ di tutto, tranne quegli interventi che richiedono strutture collaterali di sostegno come può essere la chirurgia oncologica, politrauma o cose simili.

Dottore, come vede il futuro dell’ortopedia

Abbastanza buono, abbiamo avuto periodi di difficoltà, carenza di personale, a livello nazionale, ovviamente non riguarda solo noi ma tutti gli ospedali. In questo momento le cose stanno migliorando anche a livello infermieristico, infatti siamo a regime per quanto riguarda il personale di reparto, manca solo la Caposala ma per quanto ne sono a conoscenza è questione di settimane. Quindi da questo punto di vista viaggiamo bene e credo che il futuro possa essere abbastanza roseo. Chiaro è che l’imprevedibile è sempre dietro l’angolo e chiaramente l’andar bene e l’andar male dipende da molti fattori. Ora le cose stanno andando bene.

Dottore, com’ è la situazione dopo  l’apertura dei posti OBI per adulti al pronto soccorso e l’arrivo degli anestesisti?

Effettivamente dopo l’apertura dei posti Obi al Pronto Soccorso qualche effetto l’abbiamo visto. Prima erano dislocati nei reparti e questo era un disagio per i pazienti ma anche per il personale. Adesso no, sono localizzati al Pronto Soccorso, e sono seguiti dai medici e infermieri del Pronto Soccorso. Gli specialisti vengono chiamati a consulenza quando c’è bisogno, mentre prima invece il paziente diventava nostro a tutti gli effetti anche se magari non era propriamente da ortopedia. Per quanto riguarda gli anestesisti devo dire che ci danno molta più sicurezza, non solo a noi ma anche ai pazienti e con la loro presenza possiamo permettere, sempre sotto la loro sorveglianza, di osare un pochino di più dal punto di vista chirurgico e magari con interventi un po’ più impegnati di prima. I letti aperti di A1 non sono ovviamente una rianimazione, questo non vuol dire neanche una terapia intensiva, però possono essere utili soprattutto agli anestesisti che devono monitorare un paziente più impegnato.

Grazie dottore e buon  lavoro

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